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Orari di apertura degli esercizi commerciali - La posizione della Conferenza delle Regioni sulle varie proposte di legge

Mercoledì 07/11/2018, a cura di TuttoCamere.it


Il 4 ottobre 2018 la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento (Rep. n. 18/122/CR04/C11) di Osservazioni sulle proposte di legge in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali in cui è affrontato anche il dibattuto tema delle chiusure domenicali.

Si tratta di un documento che era già stato illustrato nelle sule linee essenziali nel corso di un'audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera dall'Assessore della Regione Lazio, Gian Paolo Manzella.

Il Documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è stato poi trasmesso alla Commissione parlamentare unitamente ad una specifica posizione di Trento e Bolzano.

Tutte le proposte di legge analizzate - si legge nel documento - sono accomunate dalla finalità di prevedere una nuova disciplina della materia degli orari degli esercizi commerciali, andando ad incidere (prevedendone l'abrogazione o la modifica sostanziale) sull'articolo 3, comma 1, lett. d-bis del D.L. 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 agosto 2006, n. 248.

Nella citata norma si stabilisce che le attività commerciali, come individuate dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, e di somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza alcuni limiti e prescrizioni, tra i quali quello indicato alla lettera d-bis, che attualmente recita: "d-bis), il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonche' quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio".

Ricordiamo che la lett. d-bis. come aggiunta dall'art. 35, comma 6, del D.L. n. 98/2011, convertito dalla L. n. 111/2011, recitava "d-bis), in via sperimentale, il rispetto degli orari di apertura e di chiusura, l'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonche' quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio ubicato nei comuni inclusi negli elenchi regionali delle localita' turistiche o citta' d'arte;". L'attuale formulazione della lettera d-bis, come sopra riportata, è stata introdotta dall'art. 31, comma 1, del D.L. n. 201/2011, convertito dalla L. n. 214/2011.

Inoltre tutte le varie proposte di legge prevedono che:

- le Regioni, d'intesa con gli enti locali, adottano appositi piani per apertura a rotazione (PdL C 526);

- le Regioni, d'intesa con gli enti locali, adottano un piano per regolare orari di apertura e chiusura, prevedendo l'obbligo di chiusura domenicale e festiva (PdL C 457);

- le Regioni fissano criteri generali sugli orari di apertura; i Comuni predispongono accordi territoriali (anche intercomunali) non vincolanti. In casi particolari, i sindaci possono decidere d'autorità per periodi non superiori a 3 mesi (PdL C 470);

- le Regioni predispongono un piano triennale tenendo conto della vocazione turistica del territorio e delle esigenze dei consumatori. I Comuni registrano il regime delle aperture facoltative deciso dai singoli esercenti e lo trasmettono alle Regioni.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - si legge nel documento - nel 2014, ha già approvato un documento (5 agosto 2014, Rep. n. 14/106/CR08A/C11) di posizionamento sulla questione con riferimento ad alcune proposte di legge, tra le quali era presente anche la n. 1629, riproposta ed oggetto della presente disanima (PDL n. 470). È pertanto possibile riprendere le valutazioni espresse dalle Regioni in tale documento, estendendole anche alle attuali proposte di legge in quanto permangono elementi di validità.

In particolare:
  1. in base anche alle sentenze della Corte Costituzionale (la n. 299/2012 e la n. 27/2013), la materia degli orari e delle deroghe domenicali e festive delle attività commerciali è di esclusiva competenza dello Stato, in quanto attiene alla materia "tutela della concorrenza" ex art. 117, secondo comma, lettera e), Cost.;
  2. Ne consegue che le Regioni (come sembrereb be invece risultare dall'analisi delle varie PDL in esame), non possono e non devono essere delegate ad assumersi l'onere di fare scelte che spettano direttamente allo Stato.
  3. si condivide la preoccupazione emersa in tutte le relazioni alle PDL in esame, circa il rischio di sfruttamento del lavoro domenicale e festivo, la mancanza di retribuzione integrativa, le chiusure delle piccole attività commerciali ed artigianali che di fatto evitano la desertificazione del centro storico ed il depauperamento dei piccoli comuni, soprattutto montani.
  4. La preoccupazione di molte Regioni è che un provvedimento statale che imponga una chiusura generalizzata per un certo numero di giorni festivi e di domeniche possa produrre una " desertificazione " dei luoghi cittadini nei giorni festivi , considerando che l'apertura dei negozi costituisce certamente un importante fattore di attrattività per i cittadini e i turisti, e che addirittura, al di là delle intenzioni del legislatore, possa anche avere taluni effetti negativi sui livelli occupazionali.


Per scaricare il testo del documento della Conferenza delle Regioni del 4 ottobre 2018 clicca qui.
Per scaricare il testo del documento della Conferenza delle Regioni del 5 agosto 2014 clicca qui.

Fonte: https://www.tuttocamere.it
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