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Pane non confezionato - La vendita per strada è reato - Nuova sentenza della Corte di Cassazione

Martedì 06/11/2018, a cura di TuttoCamere.it


Vendere il pane non confezionato per strada è reato. A stabilirlo è la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45274 del 9 ottobre 2018, che si è pronunciata su un ricorso proposto avverso la sentenza con cui il Tribunale aveva condannato un ambulante per il reato di cui agli artt. 5, lett. b), e 6 della legge n. 283 del 1962 per aver detenuto per la vendita una decina di chilogrammi di pane non confezionato ed esposto ad inquinamento ambientale.

La Corte di Cassazione, nel respingere la tesi difensiva secondo cui il fatto commesso dall'imputato integrava una condotta di cattive modalità di conservazione e non di "cattivo stato di conservazione" come prescrive la legge (art. 5, comma 1, lett. b), L. n. 283/1962), ha diversamente ribadito che ai fini dell'integrazione della contravvenzione in esame si deve ritenere sufficiente l'inosservanza delle prescrizioni igienico sanitarie volte a garantire la buona conservazione del prodotto, conseguendone dunque che il reato deve ritenersi integrato nel caso della messa in vendita di pane non confezionato sulla pubblica via esposto, perciò, agli agenti atmosferici in grado di alternarne le proprietà intrinseche.

Ricorda la Corte che costituisce orientamento consolidato nella giurisprudenza di legittimità quello secondo cui - ai fini della configurabilità della contravvenzione prevista dall'art. 5, lett. b), della legge 30 aprile 1962 n. 283, che vieta l'impiego nella produzione di alimenti, la vendita, la detenzione per la vendita, la somministrazione, o comunque la distribuzione per il consumo, di sostanze alimentari in "cattivo stato di conservazione" - "non è necessario che quest'ultimo si riferisca alle caratteristiche intrinseche di dette sostanze, ma è sufficiente che esso concerna le modalità estrinseche con cui si realizza, le quali devono uniformarsi alle prescrizioni normative, se sussistenti, ovvero, in caso contrario, a regole di comune esperienza".

In questo senso - scrive la Corte - il "cattivo stato di conservazione", di cui alla citata lett. b), "riguarda quelle situazioni in cui le sostanze alimentari, pur potendo essere ancora perfettamente genuine e sane, si presentano mal conservate e cioè preparate o confezionate o messe in vendita senza l'osservanza di quelle prescrizioni di leggi, regolamenti o atti amministrativi generali che sono dettate a garanzia della buona conservazione al fine di prevenire il pericolo di una loro precoce degradazione, contaminazione o comunque alterazione (scatolame bombato, arrugginito, involucri forati, intaccati, unti, bagnati, esposizione prolungata ai raggi solari di vino e olio, latte lasciato a temperature inadeguate, alimenti collocati in prossimità di insetti e simili). Dunque, ai fini dell'integrazione della contravvenzione in esame si deve ritenere sufficiente l'inosservanza delle prescrizioni igienico sanitarie volte a garantire la buona conservazione del prodotto".

Tale è il caso della messa in vendita di pane non confezionato sulla pubblica via esposto, perciò, agli agenti atmosferici in grado di alternarne le proprietà intrinseche.

Per scaricare il testo della sentenza n. 45274/2018 clicca qui.

Fonte: https://www.tuttocamere.it
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