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Industria, a gennaio il fatturato cresce del 2,5% rispetto a dicembre ma il confronto con l'anno scorso resta a -1,6%

Mercoledì 24/03/2021

a cura di Dott. Gianmaria Vianova


Il fatturato dell’industria a gennaio recupera rispetto a dicembre 2020 ma continua a registrare una caduta rispetto al periodo pre-pandemia. Martedì 23 marzo Istat ha pubblicato il suo tradizionale rapporto sul fatturato dell’industria, facendo il punto sull’andamento degli affari del settore produttivo italiano nel primo mese del 2021. Stando alle rilevazioni e alle stime il fatturato dell’industria sarebbe aumentato del 2,5% rispetto al mese di dicembre 2020. Una crescita congiunturale trascinata dal mercato estero, in forte ripresa a +5,0%, mentre il mercato interno si limita ad un +1,2%. La crescita del fatturato viene stimata per tutte le categorie di industrie. L’energia in primis avrebbe visto il proprio fatturato crescere del 7,8% rispetto a dicembre 2020, i beni intermedi del 3,2%, i beni strumentali dell’1,9% e i beni di consumo dell’1,4%.

Come anticipato, le criticità sorgono nel confronto tra il fatturato di gennaio 2021 e di gennaio 2020. Il confronto tendenziale, che permette di quantificare le variazioni anno su anno, si presenta ancora una volta negativo. Il fatturato totale, nonostante la crescita rispetto a dicembre 2020, si attesta ancora l’1,6% sotto i livelli dell’anno precedente (uno degli ultimi pre-pandemia), con una caduta dell’1,3% sul mercato interno e del 2,2% su quello estero. Più precisamente, dopo la caduta nel secondo trimestre 2020, il fatturato totale dell’industria viaggia sui livelli di fine 2018 e metà 2017 (figura 1 del rapporto). Il calo più ampio in termini tendenziali riguarda il settore dell’energia, che perde il 29,6%, seguito dai beni di consumo non durevoli con -6,8% (e dalla categoria dei beni di consumo in generale, -4,7%).
Guardando ai singoli raggruppamenti delle industrie, però, si registrano alcune note relativamente positive.
A gennaio 2021 i beni strumentali vedono il fatturato crescere dell’1,4% rispetto a gennaio 2020, i beni intermedi del 4,5% e i beni di consumo durevoli con +9,2%. La variazione tendenziale del fatturato totale per settori di attività presenta tre differenti dinamiche. Un gruppo di aziende registra un calo profondo rispetto al primo mese del 2020: attività estrattive (-31,2%), coke e prodotti petroliferi (-29,0%), industria tessile e dell’abbigliamento (-18,6%) e mezzi di trasporto (-6,8%). Un secondo gruppo registra una caduta inferiore ai due punti percentuali: industria alimentare e tabacco 8-2,0%), industria del legno e della carta (-1,8%) e attività manifatturiere (-1,6%). Le industrie restanti, chi più e chi meno, registrano un incremento del fatturato: farmaceutica (+2,3%), articoli in gomma (+2,6%), computer ed elettronica (+3,6%), prodotti chimici (+3,9%), metallurgia e prodotti in metallo (+7,4%), macchinari e attrezzature (+9,8%) e apparecchiature elettriche (+15,4%).

Ecco il commento dell’Istat: “A gennaio, nel confronto tra gli ultimi tre mesi e il trimestre immediatamente precedente, il fatturato destagionalizzato dell’industria rimane stabile, risentendo di una flessione della componente interna e di una crescita di quella estera. I comparti che contribuiscono positivamente a tale risultato sono i beni intermedi e quelli strumentali, mentre i beni di consumo e l’energia continuano a mostrare un andamento negativo. Al netto della componente di prezzo, il fatturato manifatturiero destagionalizzato segna, su base trimestrale, un leggero incremento (+0,5%) congiunturale”. Istat, nella sua nota, ricorda anche che a partire dalla nota del 23 marzo è stata interrotta la rilevazione e la diffusione degli indici dei nuovi ordinativi: “L'Istat rende già disponibili da molto tempo, e con maggiore anticipo, informazioni sul livello degli ordini e della domanda in occasione della diffusione degli indicatori del clima di fiducia delle imprese manufatturiere”, citando la nota metodologica.
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